Nei giornali c’è una regola non scritta e senza senso per cui si parla dei libri solo quando escono. Che stronzata. Stampiamo circa 70 mila titoli l’anno, ne leggeremo un decimo, ne mandiamo al macero chissà quanti altri. Ci preoccupiamo per l’ambiente ma disboschiamo foreste per dare alla luce i libri di Renzi e della Meloni (non sarebbe “etico” d’ora in poi pubblicare i libri dei politici solo in digitale? Così, come gesto). La novità, soltanto la novità, tutto il resto è spazzatura. Ma chi i libri li legge, li sfoglia o li frequenta, sa che sono oggetti che hanno bisogno di tempo, che devono invecchiare e maturare tra le mani di chi li possiede, prendere polvere su uno scaffale, essere scoperti quando si è pronti, magari anni dopo.
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