Raffaello - La Madonna Diotallevi - La vicenda storico-critica a cura di Giulio Zavatta
La Madonna Diotallevi è considerata uno dei più importanti dipinti giovanili di Raffaello, probabilmente concepita nel periodo in cui il celebre artista operò a Città di Castello.
La vicenda critica che si è concentrata su quest’opera annovera pertanto i più importanti nomi della storia dell’arte, che quasi concordemente la considerano autografa. Considerando le sue peculiarità, non è mancato chi, come Adolfo Venturi, volle riconoscerla come opera di una personalità altra da Raffaello o dal maestro Perugino, ipotizzando l’esistenza di un “Maestro della Madonna Diotallevi”. Roberto Longhi ha invece insistito sulle differenze che si possono osservare tra la Madonna, più “primitiva” e peruginesca, e le figure del Bambino e San Giovannino, che sembrano quantomeno prefigurare il periodo fiorentino del Sanzio: la tavola sarebbe stata quindi “dipinta a più tornate”. Se la vicenda critica del dipinto, comprensibilmente, può annoverare decine di opinioni e testi redatti dai più importanti critici, la sua storia collezionistica – che le dà il nome – è rimasta pressoché sconosciuta, in conseguenza della sua vendita avvenuta tra il 1841 e il 1842.
Diotallevi, infatti, è il cognome dell’ultimo proprietario, il marchese riminese Audiface, personaggio di primo piano nella vita politica di Rimini e collezionista di notevole spessore. ,Il volume di studi che si propone mira dunque a colmare questa per certi aspetti sorprendente lacuna storica e a riconfigurare, alla vigilia dell’anno di celebrazioni raffaellesche del 2020, uno dei capolavori del maestro urbinate che lo lega alla città di Rimini.
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