La fortuna visiva di Raffaello
... nella grafica del XVI secolo da Marcantonio Raimondi a Giulio Bonasone.
A cura di Elena Rossoni
Un dialogo tra le arti a Bologna nel segno di Raffaello
Il tema del rapporto di Raffaello con la stampa e della fortuna visiva delle sue invenzioni è uno dei più frequentati dalla critica degli ultimi decenni, oggetto di numerosissimi studi che hanno interessato in particolare Marcantonio Raimondi, ma anche altri incisori e artisti della stretta cerchia di Raffaello o che dallo stesso hanno derivato, più o meno direttamente, idee ed invenzioni, in un circolo vorticoso di rimandi tra disegno, pittura, incisione e un’ampia serie di prodotti delle cosiddette arti applicate o, come le definiva Giorgio Vasari, le “arti congeneri”.
L’idea di presentare a Bologna una rassegna delle incisioni realizzate in rapporto a, o derivate da, Raffaello, proviene dalla volontà, nel quinto centenario della morte dell’artista, di valorizzare l’importante fondo grafico del Gabinetto Disegni e Stampe della Pinacoteca Nazionale di Bologna dove risultano più di 700 incisioni legate ad invenzioni del maestro.
Lungi in questa sede dal poter affrontare questa mole di opere, che potrà essere oggetto di studi successivi, il raggio di indagine di questa esposizione parte dagli anni delle prime relazioni certe tra Raffaello e Marcantonio Raimondi sino ad arrivare intorno alla metà del Cinquecento a Giulio Bonasone, tenendo come spartiacque l’edizione delle Vite del 1568 di Vasari, nota prima capillare indagine dedicata alla produzione incisoria.
Elena Rossoni