Abitare il Mito Alessandro La Motta
(…) «Quello che cerco l’ho nel cuore, come te.» Aveva detto Odisseo a Calipso, nei noti Dialoghi con Leucò di Pavese. Cosa cerca allora la mano di Alessandro La Motta? Cosa trattiene nel cuore quando lavora con l’olio, la cera, schiude il legno a raccogliere forme, impone al gesso, alla tela i gesti estremi di una bellezza eternata? Nel suo sguardo sorgono immagini come grida nel tempo e che al tempo appartengono, volti come ossessioni che si inseguono e accarezzano la materia con forza e delicatezza, cercando di mettere a tacere ciò che brucia e si scuote in fondo all’anima. Sono crepe, squarci rubati e forgiati nella loro purezza in una sorta di spazio ideale. Ne sente l’urgenza Alessandro La Motta, il richiamo a una militanza contro l’oblio e il rischio della deriva. È come se per l’artista qualcosa fosse andato perduto, disperso perfino nel proprio riflesso: la fame d’eterno, la potenza dell’essere, la ferita assoluta della bellezza, e per questo fosse necessario rievocarle, ora proprio ora, uguali e distinte, fondatrici di antiche trame attualissime. (…)
Roberta Tosi - Dall’introduzione di L’ultima obbedienza, in Abitare il mito
Formato: 20x30 cm
Pagine: 64
Lingua: italiano
Isbn: 9788867263790