Mario Flores - Latografia - Nel profondo oltre la fotografia
Nel profondo oltre la fotografia
a cura di Valerio Dehò
Le immagini di Flores evocano il silenzio della profondità,
dello sguardo che sa andare oltre la superficie.
E questo perché l’artista non replica nulla, perché parte dalla realtà fattuale di determinato momento perfetto per creare una visione propria, personale a cui il visitatore è invitato a partecipare. Del resto, il museo è il tempio dello sguardo. Il visitatore va per osservare, in questo caso viene anche osservato, diventa un’opera come quelle che ha attorno. La sensibilità di Mario Flores sa trasmettere anche un mistero aggiunto. Anche i visitatori in riposo o al bar della Tate Modern a Londra escono dall’ordinario e diventano involontari attori di una messa in scena nuova. Mario Flores sa calibrare perfettamente le distanze, i vuoti, il rapporto tra gli oggetti e la gente. Il fatto sorprendente è che la staticità misteriosa di queste latografie viene affiancata comunque dal movimento di scoperta dell’opera che è comunque richiesto allo spettatore. La dimensione temporale è il movimento che accompagna lo sguardo che entra nella profondità dei piani dell’immagine. C’è una dimensione quasi scultorea che si avverte, la nostalgia dello spazio aggrediti quotidianamente dalle migliaia di immagini sostanzialmente bidimensionali dei media. Ritornano alla mente le parole profetiche di Umberto Boccioni sulla scultura quando realizzò Forme uniche nella continuità dello spazio (1913), la tecnica della Latografia© richiede la collaborazione dell’osservatore per vivere lo spazio, per attraversarlo e rivelarlo. Una forma di elementarità interattiva che appartiene alla storia dell’arte dalle scatole prospettiche e ai panopticum ottocenteschi ai meravigliosi boxes di Joseph Cornell che tanto colpirono i surrealisti.
Inoltre, Flores ha realizzato gli scatti originali viaggiando lui stesso come spettatore nei vari musei nel mondo. Non solo ha saputo cogliere l’attimo perfetto per un’immagine che abbia un significato, ma è riuscito ad andare oltre la superficie dell’immagine. In alcuni casi come nella immagine del Louvre si sono articolati incastri prospettici multipli. Una sorta di viaggio nel viaggio. In altre opere diventa straordinario quello che invece è semplice e quotidiano per molti. È qui che si marca la differenza tra il saper dare valore anche a quello che tutti guardano e scartano per superficialità. Guardare è un’arte.
Formato: 16,5x22 cm
Pagine: 72
Lingua: italiano
Isbn: 9788867264353